Agent licensed FIGC / FIFA

Da quanti anni fa l’agente FIFA? Come é nata in lei questa passione che poi si é trasformata in professione? 12 sono gli anni che svolgo questa professione, circa 20 quelli come talent scout alla ricerca di giovani promesse. La voglia di migliorami sempre, di rendermi utile ai giovani, il confronto ed il continuo aggiornamento e approfondimento delle varie tecniche di scuola calcio legate al lavoro che svolgo, mi hanno permesso di raggiungere obiettivi importanti e soprattutto mi rendono felice di svolgere questa professione, impegnativa ma ricca di soddisfazioni. Un giorno del 2005 in aereo, rientrando dalla Danimarca dove mi ero recato per lavoro, sfogliando una rivista di diritto sportivo, un po’ sgualcita, che casualmente era stata lasciata lì da un passeggero del volo precedente, leggo distrattamente un titolo di un articolo che diceva esattamente così: <<……Prossimo esame da Agente FIFA si terrà a Roma in data….ecc…>>. Non sapendo cosa fosse all’epoca un Agente FIFA cominciai a leggere l’articolo e tutto ebbe inizio da lì. – Quali sono le mansioni principali del suo lavoro? Oltre a gestire i contratti degli atleti, è molto importante curarne le loro relazioni pubbliche. Talvolta, sono i clienti a chiedermi di orientarli nella loro vita d’affari e per questo motivo bisogna essere preparati e avere una grande conoscenza del diritto sportivo, che aiuta nel negoziare i contratti dei giocatori. – Cosa potrebbe consigliare ad un giovane che vuole fare questo lavoro? Credo molto nell’onestà, nel rispetto, nell’amicizia, nella serietà e svolgo la mia professione facendo riferimento a questi valori. Quindi quello che posso consigliare ad un giovane è di fare sempre riferimento ai valori di base ma soprattutto “quando inizi un lavoro come questo, quello che conta è farlo fino in fondo e bene”. – In Italia c’é spazio per nuovi agenti di calciatori? Ci sono nuove nazioni in cui il calcio é emergente nelle quali sarebbe produttivo lavorare? In Italia, se vuoi fare questo lavoro devi cominciare a collaborare con procuratori più conosciuti, è una regola non scritta ma in linea di massima funziona così. Personalmente non avevo alcuna voglia di entrare in società con altre persone e di vincolarmi in situazioni più impegnative e forse meno divertenti. Così sono andato a lavorare in Svezia (dove ho collaborato per un periodo con Jan Olsen) e poi in Finlandia. Dopo sono venute anche Romania e Polonia e da pochi mesi anche i paesi della Ex Jugoslavia. Il lavoro consiste nello scoprire giovani promesse sui campi di provincia, segurli cercando di farli salire di categoria, fino all’equivalente del nostro professionismo: «Un mestiere bellissimo».